Poke – Inhabitatum è un thriller psicologico sulle relazioni virtuali, la manipolazione mentale e l’oscurità che ci abita. Un romanzo tra Jung e Lovecraft.
C’è un male sottile che scivola tra le nostre giornate come nebbia nei vicoli.
Non ha artigli, non grida. Non sporca di sangue, ma svuota.
È il vuoto vestito da pieno, l’assenza camuffata da presenza, il silenzio coperto da mille parole.
È la nuova forma del male, e si chiama alienazione.
Viviamo in una vertigine di contatti, ma non tocchiamo più nulla.
Parliamo, ma non diciamo. Mostriamo, ma non riveliamo.
Nel tempio del digitale, abbiamo deposto la nostra anima e ricevuto in cambio un’eco.
E quell’eco, a forza di risuonare, ha preso vita.
L’Inhabitator non è solo un’entità . È il simbolo della nostra rinuncia a essere presenti a noi stessi.
È ciò che accade quando ci dimentichiamo chi siamo e lasciamo che la nostra coscienza venga occupata da altro: paure non ascoltate, desideri repressi, immagini fasulle di felicità .
È la forma metafisica della solitudine moderna.
Abbiamo invocato il cielo e ottenuto la rete.
Abbiamo desiderato l’incontro e trovato lo scambio.
Abbiamo cercato l’amore, ma senza restare fermi nel cuore.
E allora qualcosa è entrato.
Questa non è più una storia su ciò che ci può succedere.
È un ammonimento dolce e terribile:
qualcosa è già successo. E ci sta trasformando
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